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Gentilissimo Provveditore, come Organizzazione Sindacale, siamo davvero turbati delle numerose segnalazioni di azioni illegittime della dirigenza, che si stanno compiendo nel distretto di sua competenza in merito alla direttiva 2/2020 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministro della Pubblica Amministrazione e nota GDAP 0086483.U del 13.03.2020, la quale ha introdotto successive misure in materia di gestione dell’emergenza covid-19 e per questo le avevamo chiesto di conoscere con la nota 55 del 18.03.2020 di avere completa contezza di quali erano “le attività e i servizi indifferibili” nell’ambito del distretto di sua competenza, rispetto ai quali il suddetto decreto non può trovare applicazione compiuta, essendo una forza di polizia a difesa dei servizi istituzionali e tutela dello stato. Nonostante non sia pervenuto riscontro, abbiamo saputo che anche il suo ufficio, abbia disposto d’autorità (e non è la prima volta) il congedo residuo anno 2019 nei confronti del personale incardinato presso il PRAP e che a sua volta alcuni dirigenti sempre del suo ufficio, l’ha esteso anche ai nuclei traduzione della regione, nonostante a nostro parere, siano servizi e attività operative insopprimibili; Congedo da smaltire entro il 30 aprile 2020. L’assunzione di tale provvedimento è stato giustificato sulla base delle direttive emanate con la nota interdipartimentale prot. GDAP 94745 del 20.03.2020 la quale indica di esperire una serie di possibilità tra cui cardine ne è la collaborazione del dipendente. La conferenza stampa del 24/03 trasmessa sulle reti nazionali il Presidente del Consiglio ha riaffermato l’esigenza di evitare inutili allarmismi e confusioni, ha posto l’accento che l’unica data al momento certa per il termine delle misure restrittive è il 03 aprile c.a. Appare evidente che in una situazione già di per sé difficile e pregna di sofferenza, ove gli organi politici a più voci chiedono la massima collaborazione e il senso di responsabilità, questa amministrazione regionale invece non abbia fatto altro che destare altra preoccupazione e malessere nel personale e, in concreto, limitare senza ragione il supporto e il ruolo (oggi a maggior ragione richiesto) che il Provveditorato quale organo servente agli II.PP. e i servizi del distretto tosco-umbro. Si vuole rendere evidente alcuni aspetti che a un lettore poco attento saranno sfuggiti. In primo luogo il DPCM firmato l’8 marzo dal premier Conte, prevede l’adozione di alcune misure emergenziali e urgenti da attuarsi fino al 03 aprile c.a. per limitare gli spostamenti in entrata e in uscita nei territori salvi comprovate esigenze lavorative. Il documento prevede in primis l’applicazione dello Smart Working e poi ai sensi dell’art. 1 co. 1 lett. E) del predetto dpcm l’invito a mettersi in congedo o ferie al personale, ribadiamo fino e solo al 03 aprile e non al 30 aprile (non riscontrabile in alcun atto ufficiale). In aderenza al dpcm n. 18 del 17/03/2020 (che tra l’altro ha ribadito quanto sopra) la Direzione Generale del personale e delle risorse, ha diramato una nota esplicativa interpretando alcuni passaggi dello stesso ed ha indicato l’accesso allo Smart Working al personale di Polizia Penitenziaria seppur limitatamente al periodo emergenziale in corso (come già attuato dalle altre FF.PP). Si sottolinea che “qualora subentrino necessità di supporto ai servizi operativi sul territorio dovrà essere adibito in questi ultimi” in via prioritaria. Invece, nonostante le gravi turbative verificatesi negli II.PP. di tutto il Paese, che hanno messo a repentaglio l’ordine e la sicurezza pubblica e che allo stato non è possibile escludere il verificarsi di nuove situazioni di grave o più ampia portata, al Prap Toscana Umbria il personale di polizia è messo insindacabilmente in ferie forzate in contrasto con le manovre del Governo che ha, in questi giorni, dovuto richiedere l’intervento delle FF.AA. per supplire alle carenze degli operatori di P.S, quali si rammenta sono anche i poliziotti penitenziari e ai quali molto probabilmente non è stato richiesto il contributo con cognizione di causa visto l’attuale dinamicità della situazione penitenziaria. Da non dimenticare la grave e sempre palesata carenza di personale che affliggeva codesto Prap e che in più occasioni ha richiesto misure urgenti e straordinarie di distacco in spregio alla normativa contrattuale concernente la mobilità presso sedi extra-moenia, tuttora persistenti nonostante l’attivazione della commissione arbitrale regionale mai convocata. Riassumendo questa O.S. chiede che siano annullati i provvedimenti di congedo ordinario d’ufficio disposti finora unilateralmente, in alternativa contenerli entro il 03 aprile, significando che il potere del datore di lavoro (art. 2109 c.c. cod.civ. preventivamente comunicare il periodo stabilito per il godimento delle ferie) incontra il limite previsto dalle procedure imposte dal contratto collettivo di comparto (ex art. 9 DPR 15 marzo 2018 n. 39), volto a tutelare gli interessi in gioco, e a determinare un piano ferie che sia frutto di un bilanciamento tra le esigenze di vita dei lavoratori e degli interessi dell’Amministrazione. Anche per questo motivo (NOI PENSIAMO), considerato la gerarchia delle fonti, il DPCM si è limitato a “raccomandare” anziché “imporre” le ferie d’imperio. Pertanto, si ritiene che il ricorso alle ferie vada gestito in accordo con il lavoratore o con gli interlocutori sindacali, onde evitare che se ne faccia un utilizzo improprio e illegittimo (sent. Trib. Pordenone 25 luglio 2016, n.121 ha ritenuto illegittime le cd ferie forzate perché non è stata inviata una comunicazione preventiva, ne è stato compiuto un esame congiunto con le OO.SS.). Altresì, si chiede di conoscere le modalità, il personale interessato e le valutazioni fatte concernenti, i provvedimenti di congedo d’ufficio e il residuo di tutto il personale sia del Comparto Sicurezza sia delle Funzioni Centrali compreso il personale in servizio presso il distaccamento Umbro. In attesa di una urgente risposta, spiace sottolineare ancora la poca attenzione dimostrata da codesto Provveditorato in materia di relazioni sindacali sempre più scadenti, rispetto agli intenti iniziali, poiché un siffatto comportamento denota poca trasparenza e uno scarso buon andamento della macchina amministrativa. In attesa di avere riscontro alla questione poste si inviano distinti saluti.
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