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Il 10 novembre 2016, una delegazione della UILPA Polizia Penitenziaria, unitamente allo scrivente si è recata in visita presso la Casa Circondariale di Pisa “Don Bosco” per verificare, anche attraverso riprese video fotografiche, lo stato dei luoghi di lavoro del personale.

La visita del 10 novembre u.s. fa seguito ad altra già effettuata nel novembre 2015 in esito della quale erano state già denunciate agli indirizzi di cui sopra le precarie condizioni strutturali dell’istituto, quelle di igiene e salubrità degli ambienti e le carenze d’organico che caratterizzavano il carcere pisano.

Nella circostanza dobbiamo, purtroppo, ribadire l’attualità delle medesime condizioni perché a distanza di un anno nessun intervento di manutenzione è stato effettuato.

Le postazioni di servizio continuano ad essere inadeguate o assenti, gli ambienti detentivi (che per la Polizia Penitenziaria sono luoghi di lavoro) sono insalubri, malsani e in precarie condizioni igienico-sanitarie.

Tra i reparti detentivi visitati quello messo peggio è sicuramente il Reparto Giudiziario, anche se in generale, tutto l’istituto presenta impianti elettrici, idraulici e di riscaldamento carenti e in evidente stato di decadimento, al punto che funzionano a giorni alterni e le richieste di manutenzione sono quotidiane. Ad esempio i locali docce detenuti appaiono fatiscenti, con muri marci ed ammuffiti, dove l’acqua calda arriva a singhiozzo e questo può costituire un pericoloso veicolo di diffusione di germi e batteri. Soprattutto se a questo si aggiunge il fatto che i riscaldamenti lasciano all’addiaccio poliziotti e detenuti.

Non c’è dubbio che quegli impianti non rispettano più le attuali previsioni normative, né tanto meno possono ottenere le previste certificazioni, quindi sono totalmente inadeguati, inefficienti e irregolari determinando un costante dispendio di risorse, nonché malumori quotidiani

nella popolazione detenuta e quindi fonte dei numerosi eventi critici che si registrano all’interno dell’istituto.

I locali passeggi continuano ad essere privi di postazione di servizio, e di una qualsiasi altra forma di servizi igienici. Ancora presente sulla porta d’ingresso dei locali passeggi della sezione Penale, una indicazione della direzione sulla porta d’ingresso (peraltro fotografata) PERICOLO NON SOSTARE...

Il muro di cinta rattoppato qua e là, resta ancora immerso nel buio più totale di notte, continuando a presentare crepe e ferri arrugginiti dell’armatura che fuoriescono dal cemento armato, con garitte oggettivamente invivibili inutili allo scopo per cui sono preposte.

Gli impianti di automazione e di video sorveglianza sono inadeguati, ad oggi presenti ancora due sole postazioni automatizzate, il centralino dell’istituto è andato in tilt due volte nell’ultimo

mese. In diversi locali e corridoi dell’istituto e compresa la vecchia caserma agenti sono evidenti le infiltrazioni di acqua piovana dai soffitti e di sversamento di acqua dalle tubature del riscaldamento lungo i muri ovunque.

L’istituto pisano è stato aperto alla fine degli anni 40 e a distanza di tanto tempo, ovviamente, è inevitabile che presenti gravi carenze strutturali.

Ammesso e non concesso che il Provveditorato Regionale abbia inserito la Casa Circondariale di Pisa nelle prioritarie previsioni di spesa triennale per interventi di manutenzione, siamo convinti che interventi tampone non risolverebbero nulla, anzi determinerebbero un inutile sperpero di denaro pubblico.

In verità volendo veramente fare qualcosa di serio e utile l’istituto dovrebbe essere chiuso temporaneamente, magari anche per reparti, consentendo così un completo e totale intervento di ristrutturazione.

Inoltre, considerato che, Pisa, dopo Firenze, è la realtà in cui si registrano più ingressi dalla libertà, qui è presente una inopportuna promiscua presenza di categorie di detenuti (circondariale maschile e femminile, reclusione maschile e femminile, centro clinico, semiliberi, progetto prometeo, polo universitario). Nell’ambito di una rivisitazione dei circuiti penitenziari della regione sarebbe forse il caso di rendere più compatibile ed omogenea la presenza dei detenuti, lasciando che l’istituto sia solo e soltanto una casa circondariale.

Attualmente sono presenti 282 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 219. Il contingente di Polizia penitenziaria stabilito ammonta a 250 unità, ma ne sono amministrati 228 di cui 40 distaccate in altre sedi e 22 impiegate presso il nucleo traduzioni e piantonamenti.

Si continua con una smodata organizzazione dei servizi su 3 quadranti, con l’estenuante turno notturno programmato appunto su 8 ore e distribuito solo su una parte del personale.

Infine va ricordato che dopo la denuncia dello scorso novembre 2015, nulla è stato fatto e che l’organo di vigilanza in materia di salute e sicurezza (VISAG), che dovrebbe, appunto, vigilare (D.Lgs 81/2008) non risulta abbia effettuato verifiche e/o adottato alcun provvedimento.

Premesso quanto sopra si chiede alle SS.LL. ognuno per quanto di competenza, anche in relazione alle responsabilità derivanti dal rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza, di voler disporre i provvedimenti necessari a ripristinare condizioni di lavoro dignitose e sicure, nonché ambienti di lavoro adeguati in quanto a igiene e salubrità.

Nell’attesa di cortese urgente riscontro porgo distinti saluti.