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La corte di Strasburgo ha condannato l’Italia per aver violato l'art. 3 della Convenzione Europea dei diritti dell'uomo, ma ciò non sembra aver sortito effetti di cambiamento nell’Amministrazione Penitenziaria.

Dopo i reboanti annunci di tutte le autorità sulla stampa di cospicui stanziamenti sul carcere di Sollicciano, i fatti restano e sono quelli che poi contano; in realtà, nel carcere di Sollicciano con le prime piogge ancora filtra acqua negli ambienti, come ancora ci segnalano presenza di pulci nelle celle, il muro di cinta rimane ancora pericolante, gli ambienti ancora sono fatiscenti, la mensa del personale è inefficiente da mesi, mancano ancora due dirigenti, manca ancora un comandante titolare e due vice, manca ancora personale amministrativo, mancano strumenti e mezzi mancano fondi per la messa a lavoro di detenuti di conseguenza continua a mancare dignità lavorativa sia per chi è reclusi che per il personale dipendente.

Quello che ci ha lasciato profondo sgomento e denunciato in questi giorni dal Coordinatore Territoriale della UIL PA Polizia Penitenziaria Eleuterio GRIECO, e che la medesima

amministrazione abbia assunto da mesi una dipendente con disabilità sensoriale, non preoccupandosi precauzionalmente poi delle sue condizioni di accessibilità, fruibilità e usabilità nell’ambito lavorativo, perché anche questo bisogna dire di Sollicciano non vi è una visione progettuale di voler “abbattere le barriere architettoniche”.

– chiosa Eleuterio GRIECO – che di là dagli slogan, quando non si riesce a gestione, il rapporto di lavoro dei propri dipendenti figuriamoci quello di chi è privato della libertà per cui

spero che davvero vi sia un riscatto nelle coscienze di coloro che hanno responsabilità mettendo al centro la dignità umana che è il primo bene di un popolo. 

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