Con riferimento alla nota Prot. N. 5707 s/pp del 24/04/2020, di pari oggetto, preso atto di quanto suggerito dall’Ente di Assistenza in merito alla gestione diretta in economia degli spacci con l’impiego del personale dipendente nonché all’idea di codesta Direzione di provvedere all’emanazione dell’interpello per individuare una rosa di personale femminile in appoggio alle altre figure (due unità del Comparto Funzioni Centrali e una del Comparto Sicurezza con riforma parziale), questa O.S. è del parere di formulare alcune importanti riflessioni in merito alla questione in oggetto.
In primo luogo, la scrivente tiene a precisare che non è condivisibile l’intento di codesta Direzione di indire un interpello rivolto esclusivamente al personale femminile per l’individuazione di una rosa di unità da poter essere impiegata al bisogno al bar-spaccio, poiché l’esclusione degli uomini dal posto in argomento rischierebbe di essere interpretato come una deminutio della stessa immagine dei poliziotti che parimenti godono degli stessi diritti e adempiono ai medesimi doveri e di conseguenza si ravviserebbe una netta violazione alle pari opportunità.
Invece, per quanto riguardano i suggerimenti indicati dall’Ente di Assistenza, con la nota mg_dg.GDAp.27/02/2020.0068673.U, si precisa che il servizio spaccio, originariamente gestito dalla Polizia
Penitenziaria e successivamente affidato in gestione alle ditte/cooperative esterne, così come da disposizione GDAP-0176597-2011 del 03/05/201, emanata a livello nazionale dalla stessa Autorità, con la motivazione di: “...allo scopo di razionalizzare l’impiego del personale di Polizia Penitenziaria, perché non venga distolto dai propri compiti istituzionali.”; appare davvero incredibile rilevare che lo stesso Ente decida di ritornare allo statu quo ante.
Infatti, tale decisione, ci lascia molto sorpresi perché da un lato continua a proclamare interventi finalizzati ad incrementare le attività di “benessere del personale”, ma dall’altro esige che ciò avvenga mediante l’utilizzo anche del personale di Polizia Penitenziaria parzialmente inidoneo, peraltro a carico della sola Direzione di Massa.
Inoltre, a proposito dell’eventualità di ricorrere alla mano d’opera dei detenuti al bar-spaccio per il servizio al banco, è doveroso rappresentare che tale ipotesi è pericolosa e inopportuna per ovvie ragioni di sicurezza e tutela della privacy di tutti gli operatori penitenziari e dei loro familiari. E’ superfluo ricordare che presso la sala convegno, solitamente si concentrano diversi avventori (dipendenti, personale civile e di polizia, personale sanitario, avvocati, giudici, ecc.), dove ci si sofferma a discutere liberamente di argomenti e/o indiscrezioni di carattere generale, ma che a volte possono riguardare anche situazioni delicate di interesse personale o lavorativo, con il rischio che tutto ciò possa essere divulgato ad altri detenuti.
Tuttavia, questa O.S., proprio per benessere del personale, è favorevole all’impiego delle unità del Comparto Funzioni Centrali presso il bar-spaccio, salvo che i rispettivi carichi di lavoro ad essi assegnati di tipo amministrativo/contabile non gravino poi sul personale di Polizia Penitenziaria.
Ugualmente è favorevole all’utilizzo di una unità di Polizia Penitenziaria c.d. con riforma parziale presso il bar-spaccio, sempre che tale mansione sia compatibile e rientri tra quelle espletabili dal dipendente riconosciute e decretate dal Dipartimento con specifico provvedimento.
Premesso quanto sopra, siccome lo sforzo di individuare risorse umane da adibire al servizio bar-spaccio è tanto importante quanto dispendioso in termini di cambio mansioni del personale, vorremmo sottoporre all’attenzione della S.V. di tenere in debita considerazione anche il fatto che, a causa dell’emergenza epidemiologica COVID-19, sono stati ripristinati alcuni nuovi posti di servizio che richiedono necessariamente la presenza continuativa da parte del personale di Polizia Penitenziaria. Già in precedenza la situazione, in determinati periodi, non era agevole e presentava enormi difficoltà nella copertura dei posti di servizio con il personale attualmente a disposizione (106 unità), figuriamoci adesso che:
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E’ stato istituito il servizio di vigilanza alla Sezione “D” (4 unità in H24);
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E’ stato istituito il servizio di vigilanza Sezione “A” (4 unità in H24);
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E’ stato rinforzato il servizio dell’Operatore Telefonico (2 unità al giorno per 7 giorni);
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Come da verbale della riunione del 23/04/2020, si prevede la riapertura dei Colloqui visivi dei detenuti
con i familiari con nuova organizzazione degli orari e dei giorni (attualmente vengono impiegate 6 unità per due giorni a settimana, + 1 unità da aggiungere il sabato per l’area verde).
Gli accorgimenti sopra elencati, parlando in termini puramente numerici, comporteranno al personale un ulteriore aumento del numero complessivo dei turni notturni e festivi da espletare nel mese, aggravando una situazione già originariamente complicata per la predisposizione dei servizi e per garantire i diritti soggettivi del personale.
Fino ad oggi, si è riusciti a far fronte a tutto questo, grazie al supporto e al contributo dei colleghi del locale N.T.P., temporaneamente disimpegnati dal loro precipuo compito istituzionale, e alla completa disponibilità del personale di Polizia Penitenziaria che, a causa della c.d. quarantena, non si è assentato dal servizio nemmeno per la fruizione del congedo.
Infine, si coglie l’occasione di rammentare a codesta Direzione, in attesa di convocazione delle OO.SS., di voler procedere alla risoluzione di alcune questioni urgenti, rimaste ancora in sospeso e che, purtroppo, perdurano da molto tempo, come:
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L’interpello scaduto da tempo per l’Ufficio Servizi, con le insistenti richieste di uscita delle due unità;
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L’eventuale apertura della Sala Regia;
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L’avvio del Servizio di Vigilanza Dinamica;
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La ripresa dei lavori per la predisposizione del nuovo P.I.L..
In attesa di determinazioni si porgono cordiali saluti.