In questi ultimi giorni sono sempre più numerose le lamentele che giungono a questa Organizzazione Sindacale riguardanti il modus operandi che caratterizza la gestione della struttura da lei diretta.
Inoltre è proprio di poche ore fa, la notizia che una parte del personale di Polizia Penitenziaria, operante nella struttura, sia stato convocato dall’ufficio comando della stessa sede per essere notiziato e notificato dell’elevazione di una sanzione di carattere amministrativo e di un avvio di sanzione disciplinare per quanto concerne i fatti accaduti in data 13 Aprile 2020, giorno di Pasquetta, presso la Casa Circondariale di Sollicciano Firenze.
Orbene, la nostra posizione rispetto ai fatti è stata sin dall’inizio chiara e lineare e tutt’oggi rimaniamo convinti di ciò che avevamo già dichiarato all’epoca, ovviamente il tutto verrà seguito dall’ufficio legale della UIL PA, ma altresì non possiamo non continuare a porre la stessa attenzione, anche su altre situazioni che si sono verificate e continuano a verificarsi sempre nella struttura.
Credevamo che quell’avvenimento tra l’altro balzato agli onori della cronaca in quei giorni attraverso alcune testate giornalistiche, potesse essere valutato nella sua interezza e soprattutto con il giusto peso, anche perché era subito apparso chiaro ed evidente che la notizia comparsa sugli organi di stampa era si veritiera, ma contornata da affermazioni che erano subito apparse prive di fondamento e che a nostro avviso andavano sicuramente da subito smentite.
Purtroppo anche questa volta ci siamo sbagliati credendo che si fosse realmente dato il giusto peso all’accaduto poiché gli attori della vicenda, erano gli stessi operatori, costretti a permanere nelle caserma a seguito dell’emergenza sanitaria covid-19 e che nei giorni precedenti avevano dimostrato attaccamento al dovere e spirito di abnegazione intervenendo per sedare rivolte messe in atto da alcuni detenuti e subito sedate, che avevano visto lo stesso personale a prestare servizio per numerose ore di lavoro privi di qualsiasi dispositivo di protezione individuale e altresì non potendo garantire neanche il distanziamento sociale, cosi tanto richiamato dai vari DPCM e tutto questo anche nei giorni a seguire.
Ciò detto, Lei ha voluto proseguire nel suo intento fermo e deciso, ma altresì credevamo o meglio speravamo che avrebbe posto la stessa attenzione e la stessa fermezza anche su altre parti degli stessi decreti riguardanti la sicurezza e la salubrità sui posti di lavoro, ma purtroppo quasi tutto è rimasto invariato ovvero tante disposizioni e poca concretezza nella loro applicazione.
Signor Direttore, vogliamo ricordarle che le norme si applicano e si rispettano tutte ed esse necessitano altresì della stessa oculatezza e precisione in qualsiasi ambito e che i lavoratori devono essere edotti non solo dei loro doveri ma anche dei loro diritti, cosa questa che Lei facilmente dimentica.
Ci riferiamo a quei numerosi ordini di servizio da Lei emanati e di cui non vi è traccia se non all’interno del server informatico della struttura, server questo a cui tutto il personale non può accedere e quindi non ne può prendere conoscenza e ne tantomeno vengono divulgati e esplicitati nelle previste conferenze di servizio.
Riteniamo doveroso per giustezza, evidenziarle che gli stessi spazi interessati dagli eventi del 13 Aprile 2020 (spazi antistanti la sala convegno della struttura) a tutt’oggi risultano ancora essere occupati, durante le pause pranzo da personale operante nella struttura, ma questa volta questi non indossano una divisa di colore blu, sperando che di ciò lei ne abbia contezza essendone responsabile quale datore di lavoro della struttura.
Inoltre a questo punto appare anche ovvio chiederle di come numerose note inviatele da questa Organizzazione Sindacale e riguardanti la sicurezza e salubrità degli ambienti di lavoro, la necessità di pulizie straordinarie di ambienti come la caserma e la mensa agenti, luoghi questi in cui il personale staziona, non siano state la Lei minimamente prese in considerazione e riscontrate, di come Lei non abbia considerato la necessita di mettere in atto tutte quelle tutele per i lavoratori previste dai decreti del Presidente del Consiglio e tutt’ora vigenti che riguardano non solo l’aspetto sanitario ma anche i posti di lavoro e di stazionamento dei lavoratori.
Insomma è troppo facile ravvisare responsabilità altrui senza riconoscerne le proprie, tenuto conto che continua ad amministrare e governare il tutto in modo unilaterale, vista l’assenza di qualsiasi informazione preventiva e successiva e di incontri sindacali che da mesi non effettua.
Ovviamente se la vicenda non verrà gestita con le dovute proporzioni, rispetto ai fatti, visto il consistente numero di operatori coinvolti, ciò potrebbe inclinare il rapporto tra dipendenti e amministrazione, cosa questa che ci auspichiamo non avvenga, poiché siamo fortemente convinti che tutto possa essere inquadrato nell’ambito di una competenza della sua direzione, avendo questi consumato un pranzo/cena in un luogo diverso da quello che è il locale della mensa.
In attesa di urgente riscontro le inviamo cordiali saluti.