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Ancora una volta, purtroppo, nell’Istituto massese dobbiamo registrare l’ennesimo episodio di violenza nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria. In data 11 settembre, alle ore 14:00 circa, un detenuto di nazionalità italiana, sessantacinquenne, condannato per il reato di omicidio ed altro, ha aggredito, senza alcun motivo, un Assistente di Polizia Penitenziaria durante l’espletamento dei propri compiti Istituzionali di vigilanza ed osservazione nel reparto detentivo. Il fatto è accaduto all’interno del Reparto detentivo denominato “Circondariale a Custodia Aperta”, in presenza di tutti i detenuti di quel Reparto, circa 35, che in quel momento si trovavano aperti e pronti per recarsi al campo sportivo. Il detenuto, come risulta dalle riprese video, si scagliava violentemente contro il collega colpendolo più volte al volto con un pugno. Grazie alla prontezza dei riflessi l’Assistente riusciva a sottrarsi dagli ulteriori colpi allontanando l’aggressore e richiamare l’attenzione del personale di Polizia Penitenziaria accorsa tempestivamente sul posto. Il collega a seguito della vile aggressione ha riportato diverse contusioni al corpo per le quali si è reso necessario ricorrere alle cure del caso presso il P.S. dell’Ospedale cittadino dove gli sono stati prescritti 10 giorni di prognosi.

Al collega coinvolto nella triste vicenda, va tutta la nostra solidarietà e vicinanza auspicando una pronta guarigione.

  • >  Ne dà notizia, Il Segretario Generale Territoriale di Massa della UILPA Polizia Penitenziaria Francesco AUFIERO, affermando che nonostante l’Istituto Massese, sia a regime “aperto” e orientato a favorire le migliori condizioni detentive ai ristretti, con notevoli sacrifici da parte anche del personale di Polizia Penitenziaria, al minimo gesto o comportamento sconveniente, messo in atto da qualsiasi detenuto, emerge quanto siano vulnerabili ed inefficaci le attuali misure di sicurezza per assicurare l’ordine e la disciplina nell’Istituto. Impresa resa ancora più ardua se si pensa di fronteggiare una popolazione detenuta in costante aumento, con uno livello di sovraffollamento detenuti che registra la presenza media di circa 235 unità a fronte di una capienza regolare di 179 detenuti. Tale grave situazione vanifica gli sforzi di tutti gli operatori e produce continue problematiche di ogni genere, comprese le difficoltà di adattamento dei detenuti extracomunitari e quelle relative alla difficile gestione dei numerosi detenuti affetti da problemi psichiatrici presenti nell’Istituto massese. Inoltre, è necessario sottolineare come le predette criticità sono rese ancora più precarie con l’attuazione delle “nuove” disposizioni in materia di “Sorveglianza Dinamica”, a celle aperte, per gli effetti della sentenza Torreggiani.

  • >  Il personale di Polizia Penitenziaria della Casa di Reclusione di Massa, come già denunciato in occasione delle precedenti manifestazioni di protesta, risulta carente con una forza attuale di circa 117 agenti a fronte dei 139 previsti, con un gap di 22 unità.

  • >  La UIL Polizia Penitenziaria da tempo fa presente che se non si provvede a ridimensionare la presenza dei detenuti nell’Istituto ed incrementare il numero del personale (riferita anche a quello dell’aree amministrativo-contabile), NON è possibile realizzare ulteriori progetti e mantenere questo trendtrattamentale dell’Istituto massese, poiché tali interventi richiedono l’impiego di adeguate risorse umane e attualmente il personale oltre ad essere sotto organico è stanco e demotivato, abbandonato a se stesso, anche perché gravato di responsabilità che in parte derivano dalla mancanza di provvedimenti, da parte dei vertici dell’Amministrazione, che tutelino e tengano in seria considerazione le esigenze del personale e creino le condizioni migliori per garantire la sicurezza del lavoro. Fino ad oggi il personale NON si è mai tirato indietro, si è sempre distinto per disponibilità e spirito di abnegazione accettando di fare sacrifici, ma i risultati che si registrano non solo a Massa, bensì in tutti gli Istituti della Repubblica NON sono confortevoli a discapito del personale di Polizia Penitenziaria che opera in prima linea e che oltre a lavorare in condizioni precarie e sotto pressione, si trova a dover sopperire alle gravi lacune gestionali che minano l’incolumità dei lavoratori e la sicurezza degli Istituti Penitenziari.