Alle ore 18:50 circa del giorno 9/10/2019, alla chiusura della socialità a celle chiuse alcuni detenuti, sotto gli effetti di alcol prodotto in maniera artigianale, nel far rientro nelle proprie celle iniziavano a discutere e i colleghi presenti cercavano di portar subito l'ordine e la sicurezza. Gli stessi iniziavano ad inveire contro il personale di Polizia e a litigare con altri detenuti. Suonato l'allarme giunti in supporto, un detenuto cercava di staccare prima un pezzo dalla finestra poi un pezzo in ferro che copre il quadro elettrico della cella, probabilmente per colpire gli agenti intervenuti, bloccato cercava di colpire con una lametta i colleghi intervenuti. Nel frattempo, un altro detenuto iniziava ad auto lesionarsi brandendo una lametta. Nel tentativo di contenere il 1°, che armatosi di un fornello tentava di colpire al volto un sottufficiale, il quale si proteggeva con la mano dove veniva colpito (fortunatamente senza danni gravi), un altro agente veniva aggredito dal detenuto e fatto cadere in terra. Con l’intervento del restante personale si provvedeva ad immobilizzare il detenuto resosi autore dei fatti più gravi che ha opposto non poca resistenza. I detenuti portati nelle camere di sicurezza si procuravano ulteriori tagli e escoriazioni sbattendo con le mani nel blindo. Nel corso del vile attacco 2 unità di Polizia Penitenziaria, hanno sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso, riportando un prognosi del sovrintendente per 7 gg. e un Agente 8 gg. di prognosi. Siamo vicini ai colleghi coinvolti auspicando loro una pronta guarigione. Ne da notizia il Segretario Generale Territoriale UIL PA Polizia penitenziaria Massimo Lavermicocca. Il quale aggiunge che il personale di Prato è un personale di grande esperienza e che anche in questa occasione ha dimostrate grande professionalità. Sulla vicenda interviene il Segretario Generale Regionale della Toscana Eleuterio Grieco che dichiara:
La Toscana sta attraversando un reale problema di sicurezza negli istituti penitenziari e che le aggressioni dopo quelle di S. Gimignano sono un vero attacco allo Stato. Ovviamente il tutto è legato precipuamente alla carenza di personale di Polizia Penitenziaria e alla mancanza di dotazioni e strumenti idonei. Inoltre l’assenza, ormai prolungata del Provveditore Regionale, per la quale da oltre 2 mesi le Organizzazioni Sindacali non hanno nessuna interlocuzione, acuisce la situazioni, per cui diventa difficile affrontare qualsiasi intervento in chiave di prevenzione. Inoltre in alcuni Istituti della Regione Toscana, mancano Direttori titolari e vice nonché Funzionari del Corpo di Polizia Penitenziaria atti a determinare una catena di Comando che possa arginare questa violenza gratuita ai danni dei Poliziotti Penitenziari. Prato è emblematico mancano 3 Commissari su 5 previsti tra cui il Vice Comandante. La carenza di organico si accentua ancora di più sull’Istituto Pratese, anche perché a fronte di una previsione di 310 unità (decreto Ministeriale 2/10/2017), oggi il reparto ha in forza circa 240 unità con una carenza di 70 unità circa. Infine, la capienza dei detenuti stabilita in 589 presenze, ad oggi ne risultano 610 con un surplus di 20 reclusi che dovrebbero essere allontanati ad altra sede alleggerendo il carico di lavoro e tra l’altro con una sezione di 75 detenuti chiusa per lavori.