Gentile Provveditore,
interveniamo sulla questione in oggetto, di cui alla nota n°7556 della Casa Circondariale di Prato, ma più in generale sul fatto che come già rappresentato, in altre circostanze si è sempre più spesso d’innanzi ad una dirigenza autoreferenziale e non rispettosa delle norme e di conseguenza dei diritti del personale che lavora presso le strutture penitenziarie, in questo caso Prato.
Il caso dell’utilizzo della/e palestra/e a Prato, è una questione prettamente di legittimità che non si giustifica con ragionamenti di natura puramente soggettiva oppure di raffronto, poiché esse vanno tutte chiuse se la norma lo prevede.
Qualora invece, si ragiona in termini di regolamentazione di accesso, cosa intelligente, visto il momento di emergenza, così come attuato nella maggior parte degli istituti del distretto, invitiamo codesto provveditorato ad intervenire con immediatezza, dando i necessari suggerimenti al direttore che a quanto pare è molto avveduto ad assicurare la palestra ai detenuti, piuttosto che al personale di polizia penitenziaria, spiegandogli anche che le leggi oppure i decreti si applicano, e che la carta costituzionale all’art. 3 garantisce l’uguaglianza formale e sostanziale a tutti i cittadini senza distinzione.
In attesa di riscontro, si coglie l’occasione per inviare distinti saluti.